Come arrivò in Europa la ciliegia la storia è un poco controversa.
Una parte dei ricercatori, palentologi, archeologi sono di avviso
che la ciliegia sarebbe arrivata in Europa dagli uccelli
provenienti dall'Oriente e che abbiano lasciato cadere o da uccelli
morti e i noccioli produssero gli alberi.
L'altra parte pensa che sia il générale Lucullus che portò in
Italia le prime piante dopo la battaglia di Cerasonte e gli diede
il nome di Prunus avium.
Ma Difilos di Sifos menziona le ciliegie prima di Lucullus, in
realtà il termine di kerason non proverrebbe da Cerasonte ma da
Kerax che significa corna in allusione alle ciliegie selvagge che
posseggono un frutto duro.
Si presume più semplicemente che i noccioli furono dispersi dagli
invasori venuti dal mar Caspio.
I Romani portarono le ciliegie nei paesi Germani e a loro volta
iniziarono a incrociarle creando qualche varietà, di cui una di esse
era perfetta per fare il Kirch.
I Romani invece fecero della ciliegia un vino leggero riservato in
prevalenza dalle donne della corte.
L'Inghilterra scoprì anch'essa questo frutto e dai propri incroci
creò la varietà più adatta alla fabbricazione del Cherry.
Nei paesi nordici,
Gallia, Inghilterra, Svezia e altre nazioni la
frutta era considerata nociva per la salute, eccetto l'
uva, la mela
e la pera, i medici (nordici) sconsigliavano la frutta, lo sviluppo
economico o la dietetica la classe eletta fecero invertire le
opinioni mediche, le ciliegie e le bevande da loro estratte erano
fortemente sconsigliate.
Contrariamente la medicina Ebraica, Greca, Egizzia e Romana
previleggiavano le ciliegie, ma già alla loro epoca sapevano degli
effetti secondari che può provocare l'eccesso di ciliegie o di bere
dopo averne mangiato abbondantemente.