Scritto il 04-Maggio-2005 : 13:58
Conditum paradoxum
Del brodo granato
Références Francese
Spiegazioni/a>
Ricetta N° 7065
Spiedini golosi
Referenze

Epoca trecento.

Le ricette sono tratte dal "libro della cucina del secolo XIV" pubblicato a Bologna nel 1863 da Francesco Zambrini che si valse di un manoscritto culinario trecentesco conservato presso la Biblioteca Universitaria di Bologna (N°158).
Dallo stesso codice proviene un'altra serie di preparazioni gastronomiche date alle stampe ne 1887 da Olindo Guerrini nell'opera "Frammento di un libro di cucina del secolo XIV edito nel dì delle nozze Carducci-Gnaccarini".

Epoca quattrocento.

I sapori e i gusti della fine del '400 rivivono in queste ricette contenute in un inedito "Libro da ricette et segreti" conservato nel fondo archivistico della famiglia Fantuzzi presso l'Archivio di Stato di Bologna.
Si tratta di originali preparazioni di confetture, un genere dolciume di cui Bologna, specialmente i conventi di monache, andava famosa e del quale si faceva anche una certa esportazione in diverse parti d'Europa.

Epoca cinquecento.

Nel 1750 Bartolomeo Scappi, uno dei più grandi cuochi del Rinascimento, dava alle stampe a Venezia la sua "Opera", uno dei massimi trattati di ogni tempo dedicati all'arte culinaria, dal quale provengono le ricette qui pubblicate.
Originario certamente di Bologna, dove la famiglia Scappi possedeva le sue case e un'antica torre, ancora oggi esistente all'inizio di via Indipendenza, aveva avuto come Pigmalione, un altro celebre Bolognese, il cardinale Lorenzo Campeggi, che l'aveva preso al proprio servizio, affidandogli l'allestimento di sontuosi banchetti tra cui quello del 1536, a Roma, in onore di Carlo V, durante il quale vennero ammanniti ben 780 piatti.
Nel 1587 fu nominato cuoco "segreto", cioè privato, di papa Pio V.

Epoca seicento.

Grazie alla poderosa opera gastronomica di Giuseppe Lamma, cuoco petroniano del XVII secolo, rimasta per secoli dimenticata fra le polverose carte dell'archivio della famiglia Bentivoglio e data di recente alle stampe, Bologna possiede meritatamente un proprio trattato antico di cucina che conferma la validità della sua lunga fama culinaria.
Attivo nella seconda metà del '600, il Lamma si distinse come allestitore di sontuosi banchetti in onore di cardinali legati e gonfalonieri della città di Bologna, di sfarzosi pranzi nuziali, dando prova della sua straordinaria versatilità.
Per non disperder i frutti della sua ben collaudata pratica fra i fornelli il cuoco bolognese compilò un sostanzioso ricettario manoscritto con chiari intenti trattatistici e didattici.

Epoca settecento.

Le ricette di questa epoca sono tratte dal manoscritto della fine del '700, il cui l'originale si conserva all'Archivio Arcivescovile di Bologna pubblicato 1984, le ricette sono di Alberto Alvisi, cuoco del cardinale Ugo Barnaba Chiaramonti, vescovo di Imola dal 1785 al 1800 poi Papa col nome di Pio VII.